martedì 17 agosto 2010

Blues

Ascolto la radio. E' una stazione che conta così poco che non la mandano neppure in onda e devi andare a spulciare i podcast su internet per poterla ascoltare. Che poi, non si sa mai se c'è là qualcuno a parlare o se anche stavolta il segnale ti darà buca e spernacchierà, prima di cedere il passo al silenzio totale. Ma stasera ho fortuna. Un po' gracchiante, un po' frusciante, parte una canzone evidentemente scelta a caso da un elenco che ti sei scribacchiato su un foglio probabilmente macchiato di qualche bevanda. Poi parte anche la tua voce. Ogni tanto spari qualche cazzata prima che la musica riesca ad interromperti, ma è divertente sentirti imprecare contro i problemi tecnici. Un'altra canzone. Anche se è allegra, la scelgo come il mio blues personale. Dura un'eternità troppo breve. Poi il microfono fischia e tutto è un caos, ma mi fa ridere. Il tuo caos mi fa ridere. Credo che significhi qualcosa.

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